PARCO GEOPALEON. - PARCO DINOSAURI

Parco Geopaleontologico di Pietraroya (Massicio del Matese –BN-)
Il parco geopaleontologico costituisce senz’altro la risorsa naturale e culturale della provincia di
Benevento più famosa al mondo, inserita in una zona di grande interesse naturalistico quale è il
Parco Naturale Regionale del Matese. Le visite guidate nel giacimento fossilifero costituiscono
un’esperienza unica, con il contatto diretto con pesci fossili, oggi presenti in una lastra di roccia
calcarea in un ambiente montano situato ad una altitudine di oltre 800 metri sul livello del mare.
Il percorso di visita si svolge attraverso la presentazione dell’ambiente paleogenetico in cui
sono vissuti i fossili oggi presenti, con una attenzione particolare all’area degli ultimi scavi
effettuati, e la descrizione dei fossili protetti da teche in plexiglas.

SCIPIONYX SAMNITICUS

Scipionyx è un genere di dinosauri teropodi viventi in Italia nel Cretaceo inferiore, circa 113 milioni di anni fa. Ad oggi l'unico scheletro fossile rinvenuto appartiene ad un esemplare giovane con parti di tessuti molli ed organi interni preservate in eccezionale stato conservazione; il reperto è stato soprannominato "Ciro" dalla stampa popolare italiana, che ha ampiamente pubblicizzato questo ritrovamento.

Olotipo

L'olotipo e unico resto fossile conosciuto di questo genere è stato rinvenuto a Pietraroja (BN), ed è stato acquisito dall'Università di Napoli Federico II; dal 15 aprile del 2005 un calco di esso si trova presso il luogo di ritrovamento, al Paleolab[1], un museo realizzato presso l'area geopaleontologica di Pietraroja e altri al Museo Civico di Storia Naturale di Milano, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno e al MUSE di Trento, mentre l'originale è custodito dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.

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Etimologia

Il nome Scipionyx si divide in due radici: Scipio, che è stato attribuito in onore al geologo Scipione Breislack, che fu il primo a segnalare la presenza di pesci fossili nei dintorni di Pietraroja in provincia di Benevento nel 1798; onyx per gli artigli di cui sono munite le sue zampe, mentre samniticus in omaggio alla regione in cui è vissuto, il Sannio.

Descrizione

Gli studiosi ritengono che lo Scipionyx da adulto avrebbe probabilmente raggiunto la lunghezza di due metri per 1,30 m di altezza ed il peso di 20 kg circa. L'anatomia di questo animale era vagamente simile a quella del Velociraptor, con cui condivise l'infraordine, ma le due specie forse non facevano parte della stessa famiglia. Si nutriva di pesci e rettili (i cui resti sono stati ritrovati nello stomaco dell'esemplare ritrovato) e forse di piccoli invertebrati.

Dal punto di vista della conservazione l'esemplare ritrovato è privo solamente della parte distale della coda e degli arti posteriori. La caratteristica eccezionale di questo fossile è la conservazione delle parti molli come l'intestino (in cui sono visibili alcune tracce del suo ultimo pasto), il fegato, la trachea, gli occhi, piccolissime porzioni della pelle e parti delle fasce muscolari.

Anche grazie all'eccezionale conservazione di questi tessuti e all'individuazione delle tracce di ferro che al tempo erano parte dei globuli rossi, si è fatta sempre di più strada l'ipotesi che Scipionyx fosse un animale a sangue caldo.

Visse 113 milioni di anni fa sulle rive dell'oceano Tetide, in un ambiente caratterizzato da lagune alternate con isole. Morì a pochi giorni di vita, probabilmente era un giovane appena uscito dal nido. L'animale finì travolto da una piena e fu trasportato in una laguna molto vicina alla riva[3] finendo sepolto nel fondale privo di ossigeno. La non decomposizione ha fatto sì che il fossile sia giunto così ben conservato all'epoca attuale.

Il sito fossilifero di Pietraroja è famoso per l'eccezionale qualità dei suoi reperti; generalmente si tratta di animali costieri o acquatici, ma erano già stati rinvenuti resti di piante e di rettili simili a lucertole, oltre a probabili frammenti di coccodrillo.

Storia del ritrovamento

L'esemplare di Scipionyx fu rinvenuto nel 1980 nei calcari cretacei della cava di Pietraroja da Giovanni Todesco, originario di San Giovanni Ilarione (VR), appassionato di fossili, e da sua moglie, che lo salvarono, assieme ad altri 8 fossili, dalla probabile distruzione ad opera delle ruspe che stavano per sopraggiungere sul luogo degli scavi. Todesco, credendo fosse il fossile d'una semplice lucertola, lo conservò in casa sua per anni; dopo aver visto il film Jurassic Park, pensando che il suo fossile potesse essere un dinosauro, lo affidò per una prima, informale consulenza al paleontologo Giorgio Teruzzi che riconobbe trattarsi di un piccolo dinosauro carnivoro fossile. Il reperto, conseguentemente, venne considerato bene dello Stato e affidato allo stesso Museo civico di storia naturale di Milano, di cui Teruzzi era responsabile della sezione di paleontologia, per lo studio e la conservazione.

L'uomo fu denunciato per furto e i carabinieri sequestrarono tutta la sua collezione di fossili. Alla presentazione del fossile a Milano, Todesco fu obbligato a non presentarsi. La sentenza di assoluzione dall'accusa di aver trafugato fossili arrivò infine nel 2004, riconoscendo a Todesco di essere «un benemerito della ricerca e salvaguardia dei Beni culturali»

Lo Scipionyx samniticus è stato studiato dai paleontologi Marco Signore e Cristiano Dal Sasso; la loro prima pubblicazione scientifica, relativa allo studio del fossile, uscì sul numero di Nature del 26 marzo 1998. Il fossile, ribattezzato informalmente da un settimanale "Ciro" e così chiamato fino alla classificazione definitiva, è contenuto in una lastra di calcare litografico.

Giovanni Todesco ha raccontato la storia del ritrovamento di "Ciro" nel libro Due figli e un dinosauro, uscito nel maggio del 2013.

IL DINO PARK A SAN LORENZELLO

Siamo a San Lorenzello, in provincia di Benevento, cittadina sannita dal caratteristico centro storico medievale, nota per la produzione di taralli all’acqua, al pepe e allo zucchero, per l’eccellente olio extravergine d’oliva e per l’antichissima e pregevole produzione ceramica.

Ma San Lorenzello è anche la città dei dinosauri, con un parco tematico situato presso il ponte sul fiume Titerno che si estende per circa un ettaro. Quindici esemplari di dinosauri realizzati in vetroresina, a grandezza naturale, e tra titannosauri e velociraptor, Dino Park è anche natura e area pic nic.

Il Parco tematico per bambini di tutte le età, offre l’opportunità di un viaggio a ritroso nel tempo fino al Giurassico, in un contesto di gradevole armonia tra la flora locale e le splendide riproduzioni a grandezza naturale.

La nascita del Parco deve tanto all’eco suscitata, ad inizio degli anni ’90, precisamente nel 1998, dal ritrovamento di un cucciolo di fossile, perfettamente conservato e rinvenuto qualche anno prima (1979) a Pietraroja. I paleontologi hanno datato il fossile a circa 113 milioni di anni fa e classificato quale appartenente alla specie denominata “Scipionyx Samniticus” ma, ben presto, ribattezzato e conosciuto al grande pubblico come “Ciro”.

Il Parco è dotato anche di una sala multimediale con circa 30 posti.

A pochi chilometri da Dino Park è possibile visitare a Pietraroja il Parco Geopaleontologico con l’esposizione naturale di ciò che rimane delle forme viventi che, più di 100 milioni di anni fa, popolavano l’area. Il più famoso di questi è senz’altro Ciro, lo Scipionycs Samniticus di poche decine di centimetri. Nel Parco sarà possibile visitare il Museo PALEO-LAB che, attraverso l’ascensore del tempo, vi riporterà agli albori della storia raccontandovi come Pietraroja si sia trasformata, da palude tropicale, a grazioso paesino posto a 850 mt s.l.m..